Lunedì 6 aprile 2020, sono stati accolti i primi malati di Covid-19 nella struttura ospedaliera, voluta ed allestita in una decina di giorni dagli Alpini, nei padiglioni espositivi della Fiera di Bergamo.
La rapidità ed il successo dell’operazione sono stati garantiti dall’impegno di circa 500 volontari, coordinati dall’Associazione Nazionale Alpini: tra questi circa 300 artigiani bergamaschi (carpentieri, elettricisti, cartongessisti, idraulici e imbianchini), 150 volontari della Sanità Alpina e 40 della logistica della Protezione Civile Ana. Fondamentale è stato poi il generoso e tangibile supporto di numerosissimi donatori, sia a livello locale sia nazionale.
La struttura è in pratica un presidio medico avanzato che opererà coordinato dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo.
All'interno dell'ospedale lavoreranno a pieno regime 200 persone tra medici, infermieri e tecnici, su 3 turni di 8 ore. Emergency fornirà tra le 30 e le 40 persone che lavoreranno nel reparto di terapia intensiva (alcuni hanno operato in Sierra Leone durante l’epidemia di Ebola), 32 sono le forze mediche fornite dell’Esercito Russo (esperti in situazioni di emergenza), mentre il restante personale arriva dall’ospedale Papa Giovanni e dalla stessa Associazione Nazionale Alpini.
"L’Associazione Nazionale Alpini - ha commentato il presidente nazionale dell’Ana, ing. Sebastiano Favero - ha risposto ancora una volta alla richiesta di aiuto che veniva dal territorio e l’ha fatto con la disponibilità e l’efficienza che da sempre la contraddistinguono. Questo è stato reso possibile dalla disponibilità permanente di personale alpino preparato e qualificato: un patrimonio di inestimabile valore per la nostra società, che rischia però di essere disperso in un futuro non troppo lontano se non saranno messi in atto progetti che coinvolgano obbligatoriamente i giovani in un servizio al Paese".