Nel 78° anniversario della Liberazione dal nazifascismo, il Comune di Barzanò ha organizzato la manifestazione per la Festa Nazionale anche per conto delle comunità di Barzago, Bulciago, Casatenovo, Cassago Brianza, Cremella, Missaglia, Monticello Brianza, Sirtori e Viganò.
La cerimonia solenne si è svoltra presso il monumento ai caduti di tutte le guerre nel Parco delle Rimembranze, di fronte al palazzo municipale.
Un grande impegno anche per il Gruppo Alpini, che nei giorni precedenti ha lavorato alla sistemazione del parco e per la buona riuscita della cerimonia.
Dopo l'alza bandiera, i discorsi delle autorità e del parroco di Barzanò, la posa delle corone di alloro ai monumenti ai caduti e al cippo degli Alpini e l'intervento degli alunni delle scuole medie, il nostro capogruppo Francesco Motta ha organizzato il folto corteo, che accompagnato dalle note musicali della banda, si è portato presso la storica villa settecentesca un tempo dimora dei Della Porta, luogo che tanta parte ha avuto nelle vicende storiche legate alla lotta partigiana.
Nella villa Nava-Della Porta, dove era stata allestita una mostra fotografica sulla vicenda degli eroici fratelli Besana, l'assessore ed Alpino Giovanni Sironi, ha tracciato la storia della lotta di Liberazione dal nazifascismo nel territorio brianzolo, mentre la banda intonava "Bella ciao", canzone popolare propria di alcune formazioni della Resistenza, diventata ormai celebre in tutto il mondo e legata storicamente all'idea di lotta per la libertà.
Un omaggio floreale è stato intanto posto sulla tomba dei cinque patrioti barzanesi morti nella guerra di Liberazione.
Due fratelli partigiani, a cui venne intitolata la piazza principale del paese: Guerino e Carletto Besana. Il primo, ferito in una sparatoria nei boschi sopra Introbio, che risalì eroicamente la montagnia per avvertire i compagni del pericolo, fino a morire fra le braccia del fratello. Il secondo catturato dai nazifascisti in una grotta verso la valle di Biandino, mentre vegliava il fratello ucciso. Portato ad Introbio, venne fucilato con altri cinque compagni, alcuni giorni dopo.
Carlo Locatelli e Francesco Motta, che caddero la sera del 26 aprile 1945, quando con numerosi altri volontari, incapparono in un'imboscata tesa da una colonna motorizzata fascista sulla statale Bergamo-Como, poco dopo Rovagnate.
Gino Caremi, morto per una grave malattia, contratta a causa delle privazioni subite nel corso della lotta partigiana.