Un anniversario purtroppo in forma ridotta a causa della corrente emergenza sanitaria, senza l'intervento della cittadinanza, solo alla presenza delle autorità e di alcune associazioni.
Il Gruppo Alpino non ha fatto mancare la sua partecipazione alla posa delle corone di alloro al Parco delle Rimembranze, prima al monumento che ricorda le Penne Nere e poi a quello dei caduti di tutte le guerre. L'alza bandiera è stata accompagnata del canto dell'inno nazionale da parte di tutti i partecipanti.
La cerimonia si è poi spostata presso il cimitero comunale, sulla tomba dei cinque patrioti barzanesi morti nella guerra di Liberazione dal nazifascismo.
Due fratelli, a cui venne intitolata la piazza principale del paese: l'alpino Carletto Besana e il fratello Guerino.
Il primo catturato dai nazifascisti in una grotta in val Biandino, mentre vegliava il fratello morto. Portato ad Introbio venne fucilato presso il cimitero con cinque compagni.
Il secondo, ferito in una sparatoria nei boschi sopra Introbio, che risalì eroicamente la montagna per avvertire i compagni del pericolo, fino a morire fra le braccia del fratello.
Carlo Locatelli e Francesco Motta, che caddero la sera del 26 aprile 1945 quando, con numerosi altri volontari, sulla statale Bergamo-Como poco dopo Rovagnate, incapparono in un'imboscata tesa da una colonna motorizzata fascista.
Gino Caremi, morto per una grave malattia contratta a causa delle privazioni subite nel corso della lotta partigiana.
Su invito del sindaco Giancarlo Aldeghi, la cerimonia si è chiusa al canto corale di "Bella ciao", canzone popolare italiana, propria di alcune formazioni della Resistenza, che è diventata celebre in tutto il mondo, legata ormai storicamente all'idea di lotta per la libertà e la democrazia.