“Soldati e prigionieri italiani nella prima guerra mondiale"; è un saggio sulle condizioni dei soldati italiani durante la Grande Guerra, arricchito da un’appendice di lettere inviate a casa dai ragazzi al fronte. Lettere censurate, arrivate con parti mancanti o addirittura mai giunte a destinazione, conservate per quasi un secolo negli Archivi di Stato. Lettere che testimoniano la sofferenza della guerra; soldati che partiti con fulgidi ideali si ritrovarono nelle trincee ad affrontare una realtà inattesa e terribile.
Mi ha colpito, in particolare, questa lettera di un figlio in risposta alla propria madre:
“… nella tua ultima mi parli troppo di Dio. Povero vecchio e buon Dio! … La madre austriaca e la madre italiana pregano, per i rispettivi figli, lo stesso Dio di pace, di amore e di altre simili cose. A chi dovrebbe dar retta Dio?? Lascialo in pace il povero vecchio!”
Parole che trovano ancora eco oggi, a 100 anni di distanza: l’uomo continua a distruggere se stesso in nome di un Dio che mai potrebbe approvare tanto impegno distruttivo in Suo Nome e resta, invece, proprio Lui il bersaglio della stupidità umana e quella che segue ve ne rende dimostrazione...
Erano stati nel grembo di una madre 9 mesi, gli ultimi nati in Italia nell'anno 1899:
si erano affacciati al sapere alle scuole elementari;
molti avevano frequentato le medie per aprirsi alla conoscenza del mondo;
alcuni si erano spinti ai confini della scienza con la laurea e tutti speravano in un radioso futuro.
Poi, senza capirne i motivi, ne’ sapere fino all'ultimo chi erano i nemici, dissero loro che,
"per la difesa del buon diritto," bisognava levare al cielo un grido: " viva la guerra !!! "
La causa scatenante della 1^ guerra mondiale fu l’assassinio del futuro erede al trono austriaco, l’arciduca Francesco Ferdinando a Sarajevo; l’attentatore era uno studente bosniaco, Gavrilo Princip.
L’Austria inviò alla Serbia un ultimatum, imponendo la partecipazione di funzionari austriaci alle indagini dell’attentato; la Serbia non accettò e l’Austria, il 28 luglio 1914, le dichiarò guerra.
L’Italia, il 26 aprile 1915, per mano del ministro Sidney Sonnino firmò il patto di Londra: chiudeva i rapporti con la Triplice Alleanza e s’impegnava a entrare in guerra entro breve tempo.
Il Capo di Stato Maggiore, Luigi Cadorna, appresa la notizia, comunicò che l'esercito non sarebbe stato pronto prima di un mese; il Generale era anche convinto che nel giro di un mese il suo esercito avrebbe raggiunto Trieste.
Anche il Presidente del Consiglio, Antonio Salandra, interrogato da Francesco Saverio Nitti, nell'estate del 1915 circa le attrezzature invernali dell'Esercito, rispose: "Credi che la guerra possa durare oltre l'inverno?" (fonte P. Melograni, "Storia politica della Grande Guerra 1915-18")
Nessuno sembrava aver preso in considerazione diverse relazioni inviate dall’attaché (addetto) militare a Berlino, Luigi Bongiovanni, sulle condizioni di questo conflitto che a suo giudizio, dopo poche settimane di combattimenti, si sarebbe trasformato in una guerra di posizione logorante, immobile, con scavi di trincee e fronti difficili da spostare. Tutti, invece erano del parere che questa guerra sarebbe durata poco tempo, nella convinzione di essere ben preparati e più forti anche in virtù della presenza di altre potenze a fianco.
Il 20 maggio l'Imperatore d’Austria-Ungheria, Francesco Giuseppe ordinò lo stato d'allarme.
Tre giorni dopo, il re Vittorio Emanuele III, inviò all'Imperatore Francesco Giuseppe, tramite l'ambasciatore italiano a Vienna, la dichiarazione di guerra, comunicando che il giorno successivo, il 24 maggio 1915, sarebbero iniziate le operazioni dell'esercito italiano lungo il confine.
La strategia dello Stato Maggiore dell’Esercito Italiano prevedeva sia un piano di offesa che di contenimento lungo un arco che partiva dal Passo dello Stelvio sino alla zona orientale della pianura friulana, per 600 chilometri; il fronte più occidentale aveva carattere difensivo mentre gli altri quattro, dal Cadore fino alla zona di Cervignano del Friuli, erano offensivi.
Nel giro di un solo mese, il conflitto assunse vaste proporzioni; si formarono due schieramenti: da una parte Austria e Germania, Bulgaria e Impero Turco, dall’altra prima Francia Inghilterra e Russia (Triplice Intesa) al fianco della Serbia; alleate, scesero in guerra anche il Giappone e gli Stati Uniti, che portò con sé altri Paesi, con i quali si formarono gli “Alleati”.
Basta scorrere, di seguito, la cronologia delle dichiarazioni di guerra delle Nazioni coinvolte in questo conflitto, per meglio comprendere l’appellativo di “Grande Guerra”, quella che è stata la prima guerra mondiale, ora ricordata come la Grande Guerra.
LE DICHIARAZIONI DI GUERRA – CATASTROFI ANNUNCIATE
Il filosofo francese Jan Jaurès, impegnato in una battaglia pacifista per far valere il dialogo e i mezzi diplomatici fra le potenze che si avviavano alla catastrofe di quella che sarebbe stata questa guerra, espresse queste parole:
< Quando gli orrori della guerra si manifesteranno, quando il tifo compirà l'opera cominciata dalle granate, quando la morte e la miseria li colpiranno, gli uomini, passata l'euforia, si volgeranno verso i dirigenti tedeschi, francesi,russi, italiani e domanderanno loro: come giustificate tutti questi cadaveri? >
Jan Jaurès fu assassinato proprio il giorno il 28 luglio poche ore prima della dichiarazione di guerra dell'Austria alla Serbia; simbolicamente fu l'uccisione di ogni residua speranza di pace.
ANNO 1914
28 luglio Austria-Ungheria dichiara guerra alla Serbia;
1 agosto Germania dichiara guerra alla Russia;
3 agosto Germania dichiara guerra alla Francia;
4 agosto Regno Unito dichiara guerra alla Germania, per aver invaso il Belgio neutrale,
5 agosto Montenegro dichiara guerra all'Austria;
6 agosto Austria dichiara guerra alla Russia;
6 agosto Serbia dichiara guerra alla Germania;
8 agosto Montenegro dichiara guerra alla Germania;
12 agosto Francia e l’Inghilterra dichiarano guerra all'Austria;
23 agosto Giappone dichiara guerra alla Germania e all’Austria;
28 agosto Austria dichiara guerra al Belgio;
4 novembre Russia e la Serbia dichiarano guerra all'Impero Ottomano;
5 novembre Francia e il Regno Unito dichiarano guerra all'Impero Ottomano.
ANNO 1915
23 maggio Italia dichiara guerra all'Austria;
21 agosto Italia dichiara guerra all'Impero Ottomano;
14 ottobre Bulgaria dichiara guerra alla Serbia;
15 ottobre Regno Unito dichiara guerra a Montenegro e Bulgaria;
16 ottobre Italia e la Francia dichiarano guerra alla Bulgaria.
ANNO 1916
9 marzo Germania dichiara guerra al Portogallo;
15 marzo Austria-Ungheria dichiara guerra al Portogallo;
27 agosto Romania dichiara guerra all'Austria-Ungheria;
28 agosto Italia dichiara guerra alla Germania;
28 agosto Germania dichiara guerra alla Romania;
30 agosto Impero Ottomano dichiara guerra alla Romania;
1 settembre Bulgaria dichiara guerra alla Romania.
ANNO 1917
2 aprile Stati Uniti d'America dichiarano guerra alla Germania;
7 aprile Panama e Cuba dichiarano guerra alla Germania;
27 giugno Grecia dichiara guerra ad Austria-Ungheria, Bulgaria, Germania e Impero Ottomano;
22 luglio Siam dichiara guerra ad Austria-Ungheria e Germania;
4 agosto Liberia dichiara guerra alla Germania;
14 agosto Cina dichiara guerra ad Austria-Ungheria e Germania;
26 agosto Brasile dichiara guerra alla Germania;
7 dicembre Stati Uniti dichiarano guerra all'Austria-Ungheria;
10 dicembre Panama dichiara guerra all'Austria-Ungheria;
16 dicembre Cuba dichiara guerra all'Austria-Ungheria.
ANNO 1918
23 aprile Guatemala dichiara guerra alla Germania;
08 maggio Nicaragua dichiara guerra alla Germania e all'Austria-Ungheria;
23 maggio Costarica dichiara guerra alla Germania;
12 luglio Haiti dichiara guerra alla Germania;
19 luglio Honduras dichiara guerra alla Germania.
3 novembre Reparti italiani entrano a Trento e Trieste: a Villa Giusti, presso Padova, L’Austria-Ungheria, firma l’armistizio con l’Italia.
4 novembre il Maresciallo Armando Diaz, comandante in capo dell'esercito italiano, trasmette l’ultimo bollettino di guerra comunicando all'intero Paese la conclusione del conflitto.
SACRIFICI DI SANGUE
La sintesi più commovente di ciò che questa guerra ha significato per chi l'ha vissuta, è contenuta in questa poesia, che si dice fosse scritta su un pezzo di carta rinvenuto nelle tasche di un soldato italiano che ha perso la vita sulle Dolomiti, poi scolpita da uno sconosciuto nella pietra all’ingresso della Galleria del Castelletto alle Tofane:
Tutti avevano la faccia del Cristo nella livida aureola dell'elmetto,
tutti portavano l'insegna del supplizio nella croce della baionetta,
nelle tasche il pane dell'Ultima Cena e nella gola il pianto dell'ultimo Addio”.
era uno dei 680.000 ultimi addio...
MOBILITATI MORTI E DISPERSI
Stato belligerante Mobilitati Morti
Italia 5.615.000 750.000
Francia 7.835.000 1.400.000
Regno Unito 5.704.416 774.702
Belgio 365.000 40.936
Portogallo 100.000 4.000
Russia 15.070.000 1.700.000
Romania 1.000.000 250.000
Serbia 1.008.240 355.164
Montenegro 50.000 13.325
Germania 13.250.000 1.980.000
Austria-Ungheria 9.000.000 1.541.817
Bulgaria 400.000 32.772
Stati Uniti 4.272.521 67.813
Canadà 628.064 51.624
Africa del Sud 136.070 7.184
Giappone 800.000 4.661
Australia 412.953 59.337
Totale 65.848.164 9.093.335
I morti italiani per diretta causa di guerra si calcolano intorno a 680.000, ma bisogna aggiungervi una quota della mortalità verificatasi nella popolazione per concause di guerra, raggiungendo così la cifra di circa 750.000 vite umane.
Ecco come finisce quel grido “viva la guerra”
che bisognava levare al cielo:
i più sfortunati, in un campo pieno di anonime croci!